Carlo Ossola
Collège de France, Accademia Nazionale dei Lincei
American Academy of Arts and Sciences
Speaker/ martedì 29 maggio
“O DONA PIANGERE PACEM!”: UNA SEMPLICE VITA CIVILE
La formula latina ci è fornita da una rara raccolta di carmina retrograda del 1623. Per chi studia design, può essere utile sapere che anche la pace ha la sua forma, come la vita civile. Ogni rapporto politicamente sano, e dunque produttore di legami civili, ingenera equilibrio, e non conflitto, tra le parti. La pace è – come voleva Erasmo – ad un tempo la finalità e lo strumento dell’agire in società. Nel suo Compendium Institutionum civilium, al libro V, il cardinale e uomo politico Giacinto Sigismondo Gerdil (1718-1802) osservava che la “vita civilis, in libertate et civitate consistens”, si fonda su obbligazioni reciproche, che già Cicerone chiamava officia, più ampi – questi – che non il semplice computo dei diritti e dei doveri. Si tratta
dunque di ritrovare una predicazione efficace, oggi, di tali officia.
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BIOGRAFIA
Carlo Ossola (nato a Torino nel 1946) è stato professore di Letteratura italiana nelle università di Ginevra (1976-82), di Padova (1982-88) e di Torino (1988-1999). Dal 2000 è professore al Collège de France, Parigi, cattedra di Letterature moderne dell’Europa neolatina. Condirettore delle riviste “Lettere Italiane” e “Rivista di Storia e Letteratura Religiosa”; socio dell’Accademia dei Lincei dal 1995; membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Dal 2007 al 2017 Carlo Ossola è stato direttore dell’Istituto di studi italiani dell’Università della Svizzera italiana. Autore di saggi in cui all’acume del filologo si uniscono le competenze del comparatista e dello storico delle idee, si è occupato in particolare della cultura rinascimentale e della civiltà delle corti in Europa: Autunno del Rinascimento: “Idea del tempio dell’arte” nell’ultimo Cinquecento, 1971; Dal “Cortegiano” all'”Uomo di mondo”: storia di un libro e di un modello sociale, 1987, ampliato nell’edizione francese: Miroirs sans visage. Du courtisan à l´homme de la rue, 1997. Alla topica dei testi e delle idee, ai confini dello spazio letterario e delle figure che lo interpretano sono dedicati Figurato e rimosso: icone e interni del testo, 1988; e L’Avenir de nos origines. Le copiste et le prophète, 2004. Nei suoi studi sugli autori contemporanei un posto di spicco spetta a Ungaretti: la monografia Giuseppe Ungaretti, 1975; l’edizione commentata, secondo il testo del 1916, de Il Porto Sepolto, 1981; la ripubblicazione de Il povero nella città (1993), un libro di prose poetiche apparso nel 1949; e di un volume di rari: Filosofia fantastica. Prose di meditazione e d’intervento (1926-1929), 1997, i nuovi “Meridiani” delle Poesie complete, 2009 e delle Traduzioni poetiche, 2010. Ha curato l’edizione di inediti e rari di Juan de Valdés, E. Tesauro, J.-B. Bossuet, A. Rossi, C. Cantù, W. Deonna, R. Caillois, M. Olivetti, M. de Certeau, R. Barthes, D. Hammarskjöld, con particolare attenzione alla civiltà barocca: L’anima in barocco: testi del Seicento italiano, 1995; Le antiche memorie del nulla, 1997 e 2007. Ha diretto per vent’anni i corsi di Alta Cultura della Fondazione Giorgio Cini, pubblicando, con Vittore Branca, volumi di ampio respiro culturale. Ha dedicato approfonditi studi alla tradizione delle istituzioni letterarie nella scuola: Brano a brano. L’antologia di italiano nella scuola media inferiore, 1978, e con P. M. Bertinetto: La pratica della scrittura: costruzione e analisi del testo poetico, 1976, e Insegnare stanca, 1982. Ha diretto, con Cesare Segre, l’Antologia della poesia italiana (3 vol., 1997-99) per la “Pléiade” Einaudi-Gallimard. Tra i suoi libri recenti: Europa ritrovata. Geografie e miti del vecchio continente (Milano, Vita e Pensiero, 2017); Nel vivaio delle comete. Figure di un’Europa a venire (Venezia, Marsilio, 2018).